Un ricco ventaglio di soluzioni contraccettive: dal basso dosaggio al contraccettivo con effetti sul controllo dei cicli abbondanti; alla soluzione per le donne che non possono assumere estrogeni;
Con questo termine si definisce il dolore che accompagna il ciclo mestruale. Nella maggior parte dei casi non è una patologia ma un sintomo (dismenorrea primaria), mentre in alcuni casi si riconosce una patologia pelvica (come ad esempio l’endometriosi); in questo caso si parla di dismenorrea secondaria. E’ importante questa distinzione in quanto la scelta del trattamento e/o del contraccettivo può essere diversa. Nella dismenorrea primaria il dolore è presente solo nei cicli ovulatori, compare in genere alcune ore prima del flusso e raggiunge la massima intensità nei primi 2 giorni. Da questa importante definizione, si evince che un modo per risolvere questo problema è la soppressione dell’ovulazione, condizione che si ottiene con la pillola contraccettiva. Non ci sono in questo caso indicazioni particolari per un certo tipo di composto, tutte le pillole sono efficaci nel contrastare il problema della dismenorrea.
Con questo termine si indica un insieme di sintomi, psicologici e somatici, che si manifestano in molte donne prima della comparsa del flusso. Sono correlati alla fase post-ovulatoria (luteale) del ciclo mestruale.
Sintomi psicologici |
Sintomi somatici |
Depressione |
Tensione mammaria |
I sintomi, che incidono negativamente sui rapporti sociali e sull’attività lavorativa della donna, compaiono alcuni giorni prima dell’inizio del flusso mestruale e scompaiono in genere dopo alcuni giorni dall’inizio del flusso. La pillola contraccettiva esercita un effetto benefico su questi sintomi, in quanto blocca l’ovulazione e quindi impedisce che si realizzi la fase luteale, verosimilmente all’origine degli stessi. Alcuni tipi di pillole sono maggiormente efficaci nell’alleviare questi sintomi, in particolare il senso di gonfiore, in quanto agiscono riducendo la ritenzione idrica.
Molte donne, soprattutto nel periodo che precede la menopausa (premenopausa), soffrono di cicli abbondanti (menorragie). La perdita di sangue cospicua può avere conseguenze sulla salute, come ad esempio l’anemia sideropenica (da carenza di ferro) e sintomi come stanchezza e vertigini. Attualmente si tende sempre più ad adottare un trattamento conservativo, quindi medico, piuttosto che una soluzione chirurgica radicale come l’isterectomia, che comporterebbe conseguenze negative importanti come ad esempio una menopausa precoce. La pillola può essere molto utile in questi casi, soprattutto i composti a basso dosaggio. Occorre solo un po’ di pazienza all’inizio dell’assunzione in quanto possono comparire sanguinamenti irregolari.
L’endometriosi è una patologia caratteristica della donna in età fertile. Colpisce una donna su 10 (3 milioni in Italia). E’ caratterizzata dalla disseminazione e dalla crescita di tessuto endometriale (il tessuto che riveste la cavità uterina) in sedi anomale, come ad esempio l’ovaio o il peritoneo. Si tratta di una patologia benigna, ma può dare disturbi che compromettono anche molto la qualità di vita, come il dolore e l’infertilità. Per il controllo del dolore nell’endometriosi è efficace il blocco dell’ovulazione, possibilmente con pillole a basso dosaggio estrogenico, oppure con solo progestinico. Tenendo in considerazione che l’endometriosi è una patologia cronica, è importante scegliere una pillola da poter utilizzare in modo continuativo, quindi ben tollerata.
Nel bilancio rischi/benefici della pillola contraccettiva vi è sicuramente la protezione da alcuni tipi di cancro, come quello del colon-retto, dell’ovaio e dell’endometrio, come hanno dimostrato ampi studi epidemiologici. Nel caso del carcinoma endometriale e di quello all’ovaio il rischio si riduce addirittura del 50% e l’effetto protettivo degli estroprogestinici persiste per più di 20 anni dopo la sospensione. Tutte le pillole estro-progestiniche sono in eguale misura efficaci nell’esplicare questo effetto protettivo.
Non tutte le donne possono assumere estrogeni, o almeno non per tutta la durata della loro vita fertile. Ad esempio, dopo il parto o un aborto, o durante l’allattamento, gli estrogeni devono essere evitati (come riportato anche dai foglietti illustrativi delle singole pillole). Questo perché la donna, in queste situazioni, è soggetta ad una maggiore propensione allo sviluppo di tromboembolie. Questo non significa tuttavia che la donna debba rinunciare ad una sessualità serena, scevra dal rischio di una gravidanza indesiderata, anche in questi periodi. La pillola con solo progestinico (comunemente nota come “minipillola”), è proprio indicata in questi casi, e durante l’allattamento non ci sono rischi per il bambino.
La “minipillola“ può essere assunta anche da donne con problemi di obesità, o che fumano, in quanto queste situazioni rappresentano una controindicazione all’uso di estrogeni, sebbene la cosa migliore sarebbe raggiungere e mantenere il peso forma e abbandonare il fumo…
Altre situazioni in cui la “minipillola” può essere indicata è la tendenza alle cefalee e all’emicrania; alcuni studi hanno evidenziato un miglioramento della frequenza e dell’intensità delle crisi emicraniche rispetto all’uso della pillola combinata, con un minore riscorso agli analgesici (FANS). Le donne con questo problema dovrebbero comunque sottoporsi ad un’accurata visita specialistica prima di assumere una pillola. Infine, anche nell’endometriosi la pillola con solo progestinico trova un’indicazione specifica, anche dopo trattamento chirurgico.
L’efficacia contraccettiva della pillola con solo progestinico è sovrapponibile a quella della pillola combinata che deve essere assunta tutti i giorni, senza pause, regolarmente alla stessa ora.